Una misura dagli effetti pratici scarsi, o nulli, catalizza periodicamente l'attenzione dei media polarizzando il dibattito su base ideologica e distogliendo l'attenzione dai problemi concreti e dalle numerose riforme di cui ha bisogno il nostro paese.
Sulla strada che porta all'inferno, che notoriamente è lastricata di buone intenzioni, troverete numerosi cartelli con un' indicazione simile o assimilabile a quella che trovate di seguito:
Per quale motivo, qualcuno che non sia un evasore o un delinquente, dovrebbe aver bisogno di concludere transazioni in contanti di importo superiore a 1000 euro?
Personalmente non mi viene in mente una risposta veloce alla domanda, che pure sembra costruita per dispensare sano buonsenso a basso costo (da pagare rigorosamente con carta) e non conosco nessuno che abbia una necessità ricorrente di concludere transazioni in contanti di valore superiore a 1000€.
E' sufficiente questo per giustificare l'introduzione di un tetto all'uso dei contanti?
No, per nulla e crederlo denota un atteggiamento superficiale, egoistico, e scarso senso civico. Imporre un divieto ha dei costi per la collettività e si tratta di una regola che dovrebbe essere introdotta solo in presenza di comportamenti chiaramente dannosi per un numero ragionevole di individui e in ogni caso per conseguire benefici superiori ai costi della misura.
Proviamo allora a rifare il test del buonsenso in modo meno superficiale.
Quale è il danno arrecato alla collettività dalle transazioni in contanti superiori a 1000€?
Quale è il beneficio che si consegue vietandole?
Ammesso e non concesso che ve ne sia alcuno, si tratta di un beneficio superiore ai costi legati all'introduzione del divieto?
Devo dire che non mi vengono in mente risposte ovvie e veloci a nessuna di queste domande. Posto che si tratta di un tema che ricorre nel dibattito politico facendo qualche ricerca troviamo più o meno quel che segue:
Entrambe le argomentazioni risultano logicamente abbastanza deboli.
Quanto incide il limite all'uso dei contanti per un professore che da ripetizioni in nero e usa i proventi per pagare il barbiere o l'idraulico?
La risposta è facile: non incide affatto. Gli evasori che fanno affari con altri evasori se ne infischiano di qualsisi limite al contante la fantasia sadica del regolatore ipertrofica possa concepire. Oppure suddividono l'impiego delle somme in diverse transazioni inferiori al limite.
Per arrecare un qualche fastidio sensibile agli evasori occorrerebbe portare il limite a zero e abolire l'uso dei contanti. Ma questo avrebbe complicazioni pratiche rilevanti (chi ci impedisce di usare un qualche bene di uso comune al posto dei contanti per es buoni benzina o voucher supermercato?) e costituirebbe una odiosa limitazione della libertà personale, come testimoniato dalla Eurosystem Cash Strategy della Banca Centrale Europea:
Cash is an important part of your freedom to choose how to pay and essential for the financial inclusion of all groups in society. Our cash strategy aims to ensure that cash remains widely available and accepted as both a means of payment and a store of value.
Dunque il limite logicamente serve a poco.
Cosa ci dice l'evidenza empirica?
In questo articolo di F.Lippi, per lavoce.info, si osserva come cambiano le abitudini degli italiani al variare del tetto all'uso dei contanti in un periodo in cui questo è stato modificato molte volte. Quello che emerge di fatto le abitudini non cambiano il che, paradossalmente è coerente con le nostre prime osservazioni di buonsenso:
Se quasi nessuno fa operazioni in contanti di importo superiore a 1000€ a che serve imporre un vincolo? Perchè impedire un comportamento raro senza un'indicazione concreta che possa arrecare danno a qualcuno?
Certo, i borsoni carichi di banconote che vediamo nelle serie TV come Gomorra o i Soprano ci lasciano pensare che i delinquenti veri facciano largo uso dei contanti ed è verosimile che sia così. Allora al solito test buon senso dovremmo chiederci:
Quanto è utile un tetto all'uso dei contanti nei confronti di criminali che operano al di fuori del circuito della legalità?
Se è verosimile e logico che molti criminali ed evasori facciano largo uso di contanti non si capisce per quale meccanism una restrizione alla circolazione dei contanti nell'ambito delle transazioni legali dovrebbe influenzare il comportamento di chi opera fuori dalla legalità.
Non si potrebbe colpire i frutti dell'illecito quando si prova a spenderli o a "riciclarli" nel sistema legale?
Certo che si, ma imporre un tetto alle transazioni limita appunto le transazioni, non colpisce necessariamente i tentati di riciclare o reimpiegare proventi illeciti. Per questa finalità è opportuno identificare le controparti, come appunto prevede la normativa antiricilaggio: non è importante che si spendano 50, 1000 o 100mila euro. E' importante identificare i soggetti che potrebbero essere, ad esempio affiliati ad organizzazioni terroristiche (le finalità di prevenzione del terrorismo sono portate avanti con strumenti analoghi a quelle dell'anti terrorismo) e soprattutto tracciare la provenienza dei fondi.
Per riassumere:
Il tetto al contante: tanto rumore per nulla [lavoce.info, di Francesco Lippi]
Qualche fatto notevole contro la fuffa nel dibattito sul tetto al contante [il foglio, di Francesco Lippi]
Un fatto semplice-semplice sull'evasione fiscale [noiseFromAmerika, di Giulio Zanella]
Tre cose ovvie sull'evasione fiscale [noiseFromAmerika, di Sandro Brusco]
Evasione fiscale, alcune riflessioni per spiegare che non è il vero nemico [Il sole24ore, di Econopoly]
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