Inoltre, il professor Orsini insinua che il sistema Bavar-373 possa abbattere uno degli aerei occidentali più avanzati, l-F35, glissando però su due aspetti tecnici centrali. Da una parte, l’F-35 è un aereo sviluppato per minimizzare la visibilità a radar che emettono onde elettromagnetiche nella banda di frequenza X (8-12GHz). Questa è la banda di frequenza usata dai sistemi di difesa antiaerea (incluso il Bavar-373) per guidare i missili terra-aria. Come farebbe dunque il Bavar-373 a guidare un suo missile terra-aria verso un obiettivo che è disegnato proprio per minimizzare i riflessi di un’onda elettromagnetica nella banda di frequenza X? Inoltre, l’F-35 è dotato di un sistema di guerra elettronica che interferisce con le onde elettromagnetiche emesse da un sistema radar avversario così da minimizzare ulteriormemente la capacità di questo sistema di avvistarlo, identificarlo, seguirlo e ingaggiarlo.
D’altronde, israele ha colpito il consolato Iraniano di Damasco proprio con un F-35, che è riuscito quindi a penetrare lo spazio aereo siriano, difeso da sistemi Russi S-300, e negli anni ha più volte usato impunemente gli F-35 per colpire la Siria. In altre parole, un Paese meno sviluppato della Russia, l'Iran, secondo Orsini riuscirebbe a sviluppare difese anti-aeree più avanzate di quelle russe su cui si basano.
Punto quinto
Orsini si chiede “dove l’Iran ha piazzato il Bavar-373”, e risponde come segue: “Ora io non lo posso sapere, ma attraverso la logica ci posso arrivare: [l’Iran] ha piazzato i Bavar-373 al confine e li ha piazzati a difesa dei siti nucleari.”
Caro Prof. Orsini, forse sarebbe meglio lasciar stare la sua logica, perché se i paesi dessero retta a lei metterebbero i loro più importanti sistemi d'arma, tra cui appunto i sistemi di difesa anti-aerea, in pericolo. Le difese anti-aeree a lungo-raggio non funzionano come la Grande Muraglia Cinese o il Vallo di Adriano. I paesi generalmente hanno sistemi integrati di difesa antiaerea che vengono posizionati in modo “stratificato” (layered defense).
Punto cardine di questo approccio è proprio quello di non mettere i sistemi che ingaggiano veivoli avversari a lungo raggio al confine, perchè sarebbero facile preda per SEAD/DEAD (suppression/destruction of enemy air defenses). D’altronde, abbiamo un caso recente di un paese che ha implementato la “logica” del professor Orsini, l’Armenia in Nagorno-Karabakh nel 2020 durante la guerra con l’Azerbaijan, che ha posizionato alcuni dei suoi sistemi di difesa antiaera a lungo-raggio vicino al confine.
Il risultato non lascia molti dubbi: questi sistemi sono stati tra i primi obiettivi degli attacchi Azeri, che hanno così poi potuto annullare le difese antiaeree armene, e dunque operare indisturbati sopra i cieli del Nagorno-Karabakh.