Questa estroflessione della circolazione di Hadley così a nord, determina un conseguente spostamento verso latitudini maggiori anche dello storm-track cioè di quel fiume d’aria immaginario che trasporta aria più mite, umida e instabile dall’Atlantico verso l’Europa, cioè quella massa d’aria foriera delle classiche perturbazioni temporalesche estive. Tuttavia, quando questa aria più fresca riesce ad abbassarsi di latitudine viene ad interagire con aria molto calda, e quindi dall’elevato contenuto di energia, determinando, nell’area dove le masse d’aria interagiscono fenomeni temporaleschi anche violenti.
Mentre per quanto concerne le temperature il legame tra cambiamento climatico e aumento in intensità e frequenza delle ondate di caldo è abbastanza acclarato, per quanto riguarda le precipitazioni tale legame causa-effetto non è così scontato, come emerso da un recente studio per gli eventi alluvionali in Emilia-Romagna del maggio 2023. Quindi stabilire un legame tra un singolo, per quanto violento, temporale e il cambiamento climatico risulta abbastanza complicato; tuttavia, si può fare un ragionamento a larga scala sulla tipologia dei fenomeni annessi ai temporali.
Gli ingredienti necessari per un temporale sono principalmente due: 2) la variazione del vento con la quota, detto shear verticale, che rende l’atmosfera instabile. 2) l’aria caldo umida presente nell’atmosfera che costituisce il carburante affinché la nube temporalesca si formi (CAPE, Convective Available Potential Energy).
In un’atmosfera sempre più calda e umida nel contesto di riscaldamento climatico, i valori di CAPE, specie in Europa, stanno costantemente aumentando, mentre a causa dello spostamento verso nord dello storm-track, principale sorgente di instabilità alle nostre latitudini, le condizioni di shear verticale si stanno facendo più deboli. Questi due fattori in compensazione, rendono la frequenza dei temporali pressoché invariata, in quanto la debolezza dello shear viene compensata dalla maggiore energia disponibile. Questo però determina un aumento dei temporali potenzialmente intensi, infatti più energia è disponibile maggiore sarà la probabilità di avere temporali intensi (Taszarek, Mateusz, et al. "Global climatology and trends in convective environments from ERA5 and rawinsonde data." NPJ climate and atmospheric science 4.1 (2021): 35.)